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		Pubblici esercizi, confermata la liberalizzazione sui limiti numerici da ItaliaOggi del 28 novembre 2007 
 
 	
	
		
		di Marlisa Bombi e Stefano Manzelli 
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Saltano definitivamente i limiti per l’apertura programmata di bar e 
ristoranti. E le regioni che in qualche modo hanno aderito alle precedenti 
indicazioni restrittive fornite dal Ministero dello Sviluppo Economico dovranno 
adeguarsi alla legge Bersani. Lo ha confermato il Tar Lombardia, sez. IV, con 
l’importante sentenza n. 6259 del 12 novembre 2007. Dopo le modifiche introdotte 
dalla prima lenzuolata del ministro Bersani, il dl 223 del 2006, poi convertito 
nella legge 248 dello stesso anno, non è più possibile, letteralmente, fissare 
limiti numerici per l’apertura programmata di nuovi bar e ristoranti. Su questo 
argomento, all’indomani della riforma che aveva rimosso diversi vincoli anche 
alla legislazione commerciale, è però intervenuto il Ministero dello Sviluppo 
Economico con la risoluzione restrittiva n. 8791 del 10 ottobre 2006. In pratica 
le istruzioni ministeriali hanno negato la liberalizzazione del settore dei 
pubblici esercizi confermando la vigenza dei precedenti vincoli. Diversamente 
l’antitrust, prendendo lo spunto dalla disciplina approvata dal comune di 
Verona, ha recentemente ribadito, con il parere 7 luglio 2007, che “l’esclusione 
delle attività di somministrazione di alimenti e bevande, come bar e ristoranti, 
dall’applicazione dei principi di liberalizzazione introdotti dalla legge 
Bersani, non può in alcun modo ritenersi giustificato da esigenze di interesse 
generale e costituisce un ostacolo normativo ad un corretto funzionamento del 
mercato. Il mantenimento di meccanismi di programmazione di bar e ristoranti 
basati sul rispetto di predeterminati limiti quantitativi favorisce infatti la 
cristallizzazione degli assetti esistenti, arrestando in modo artificioso 
l’evoluzione dell’offerta.” L’autorità, inoltre, ha ritenuto inaccettabile che 
in sede interpretativa si proceda a circoscrivere la portata di una legge 
nazionale auspicando un intervento del ministero a favore di una lettura della 
disposizione coerente con la lettera e con lo spirito della legge Bersani. Nel 
silenzio del dicastero è molto significativa la posizione del Tar Lombardia. 
Contro la vigente legge regionale che, pur essendo precedente alla lenzuolata, 
ha mantenuto alcune delle limitazioni, confermate dal Ministero, un esercente ha 
proposto censure. E il giudicante ha accolto le richieste dell’interessato, 
annullando le limitazioni arbitrarie a favore di una puntuale liberalizzazione 
anche di questo settore.
		 
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